Adam è un robot maggiordomo, ma non ne ha le sembianze. Non è un umanoide, ma è pensato per poterlo diventare. Interagisce con i padroni di casa tramite comandi vocali, si muove fra le stanze e comanda a distanza quanto può essere inserito all’interno di un sistema di domotica. È un ancora un prototipo, ma potrebbe arrivare sul mercato entro un anno. Adam è dotato di una scheda Intel i3, ha un monitor touch e una telecamera 3D simile a quella del Kinect ed è dotato di una scheda proprietaria per controllare motori e sensori. Come l’iPhone, sarà dotato di una piattaforma di app. Questo robot è l’ultimo prototipo di Hands Company, startup italiana che negli scorsi giorni lo ha presentato al CES di Las Vegas riscuotendo un discreto successo. Fondata nel 2012 da Gianmarco Cataldi (23 anni), Francesca Iannibelli (23) e Antonio Cavaliere (22), che ci hanno investito 20 mila euro circa di tasta propria, Hands Company, in cui ora lavorano sei soci e altri collaboratori, è alla ricerca di 500 mila euro per finanziare l’ultima fase di sviluppo di Adam e il suo lancio sul mercato. Li abbiamo raggiunti mentre si trovavano a San Francisco per dare seguito ai contatti allacciati durante l’esposizione di Las Vegas. Il loro obiettivo è spostarsi in California, dove hanno già fondato una società: “Il mercato della robotica qui è più pronto rispetto all’Italia” ci ha spiegato il CEO Cataldi.
Qual è la vostra vision?
“Abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto con l’obiettivo di portare la robotica nella vita di tutti i giorni. Siamo convinti che abbia il potenziale per cambiarci la vita. Oggi non ci sono ancora prodotti di consumo, ma noi siamo convinti che nei prossimi anni ce ne sarà sempre più bisogno per rendere gli ambienti in cui viviamo più sicuri, accessibili e intelligenti”.
Adam assomiglia più a un computer con una base mobile che a quello che è l’immaginario collettivo di un robot. Per interagire con casa non è sufficiente uno smartphone?
“Oltre ad avere in più la mobilità, Adam è in grado di controllare la domotica. Uno smartphone non ha un getaway e non ha l’hardware necessario per farlo. Inoltre Adam è un sistema di video-sorveglianza a tutti gli effetti: se rileva un movimento, una fuga di gas o un incendio è in grado di dare subito un avviso”.
Chi sono i vostri competitor?
“Ne abbiamo di diretti, come le aziende che producono robot di tele-presenza, e indiretti, come i sistemi di video-sorveglianza, smart tv, getaway domotici e sistemi di videoconferenza per citare i più comuni”.
Quali sono i vantaggi di Adam?
“Principalmente il prezzo: Adam costerà intorno ai 1.900 euro, mentre il costo di un robot di presenza varia fra i 10 e i 15 mila euro. Siamo riusciti ad abbassare il prezzo perché puntiamo al mercato consumer e quindi, nell’ottica di vendere un numero maggiore di pezzi, possiamo permetterci di abbassare il margine. Inoltre rispetto a un semplice robot di tele-presenza Adam è anche in grado di occuparsi di domotica, videosorveglianza, intrattenimento ed è un oggetto di design. Infine c’è il nostro software, che consente a sviluppatori di terze parti di realizzare app in grado di aggiungere funzioni ad Adam, che di base è dotato di 16 app sviluppate da noi. Con Adam puoi controllare la tua casa da remoto. Se poi in casa ci sono anziani o persone disabili, Adam può rappresentare uno strumento che li aiuta a interagire con il resto della famiglia”.
Perché avete sviluppato un robot in grado di muoversi anziché un più semplice sistema in grado di comandare la casa?
“Adam non è ingombrante: è altro 1,15 metri e ha una base di 35 cm di diametro. Il design è studiato per renderlo una presenza all’interno della casa”.
Qual è il mercato di riferimento e quanto vale?
“Puntiamo al settore della robotica di consumo che secondo Grishin Robotics, azienda che compie investimenti specifici nel settore, varrà 390 miliardi di dollari nel 2017.
Che fetta di questo mercato volete conquistare?
“Riteniamo di poter arrivare a fatturare 15 milioni di dollari al terzo anno di attività. Puntiamo ad andare sul mercato all’inizio del 2015, lanciando Adam su Kickstarter”.
Come vi è venuta l’idea?
“Io sono sempre stato appassionato di robotica e mi sono sempre chiesto perché mancasse un prodotto che potessi avere in casa mia. Ho iniziato a lavorare a un prototipo amatoriale e poi ho coinvolto Francesca e Antonio che sono i miei migliori amici”.
Quando me ne avete parlato la prima volta mi aspettavo che Adam avesse le fattezze di un umanoide e da come lo descrivete mi ero immaginato di potergli chiedere di prepararmi la cena. Quanto siamo lontani da questo?
“Adam coniuga all’interno di un unico prodotto informatica, elettronica e meccanica. Siamo lontani da robot che possano fare cose del genere, ma Adam è un primo passo in questa direzione”.
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