KÜSTENDORF (SERBIA) – Ci sono registi come Martin Scorsese che per un film come Gangs of New York fanno costruire uno splendido set all’interno di “un tempo” prestigiosi studi cinematografici Cinecittà. Girano il film, se ne vanno e quel grande sforzo creativo e produttivo o viene subito smantellato o comincia a vivere un periodo di decadenza ed abbandono nell’attesa che qualcuno si ricordi della sua esistenza e decida che forse è il caso di smontare tutto. Ci sono poi registi, o forse è meglio dire, che c’è un regista, Emir Kusturica, che una volta terminato un film (La vita è un miracolo, 2004) decide di trasformare l’intero set costruito sul versante di una piccola montagna dell’est della Serbia, quasi al confine con la Bosnia, in una vera e propria cittadina che possa essere conservata per sempre. E’ questa l’origine di Kustendorf, “la città del legno” inaugurata nel 2005 che è valsa a Kusturica il il “Premio europeo d’architettura Philippe Rotthier” nel 2005. Nessuno ci vive davvero se non lo stesso Kusturica che alterna soggiorni qui e a Belgrado. Il resto dell’anno l’intera località è meta di turisti, in particolare alta borghesia serba che qui trova una struttura perfetta per il relax, tra piscina, sala cinema, campi da tennis, ristoranti e concerti jazz organizzati quotidianamente.
In questi giorni l’intero villaggio è sede di un bel festival di cinema e musica, il Küstendorf Film and Music Festival. Per poco meno di una settimana, ogni sera giovani registi di scuole di cinema di tutto il mondo mondo presentano i propri cortometraggi a star del cinema internazionale come Paolo Sorrentino, Thierry Frémaux (direttore generale di Cannes), Guillermo Arriaga (sceneggiatore di Amores Perros, Babel), Bérénice Bejo (candidata all’Oscar per The Artist), Janusz Kamiński (tra i più grandi direttori della fotografia al mondo, fido collaboratore di Spielberg) e lo stesso Emir Kusturica. L’atmosfera è informale. Non si guardano solo i film assieme, ma si mangia, beve, si partecipa ai concerti di mezzanotte e si fa festa. Nessuna barriera, sembra di essere ad una gita di liceo con i professori che escono la sera con gli studenti. E’ uno dei più bei “piccoli festival” al mondo, almeno così dicono tutte le star arrivate in questi anni: Johnny Depp, Matteo Garrone, Fatih Akin, Audery Tatou, Monica Bellucci, ecc.
Insomma, l’idea di creare una piccola isola felice per la cultura, anche solo se per pochi giorni, sembra funzionare. Kusturica se ne è reso conto qualche anno fa ed allora ha deciso di pensare ancora più in grande. E così, a pochi kilometri da Küstendorf, ma dall’altra parte del confine, nella parte serba della Bosnia conosciuta come Republika Srpska, ai margini di quella Višegrad celebre sia per il suo ponte storico ponte che per l’orribile massacro perpetrato dai serbi ai bosniaci-musulmani nel 1992, ha deciso di costruire un’altra città. L’ha inaugurata, parzialmente l’anno scorso, ma la fine dei lavori è prevista per quest’estate. Si chiama Andricgrad, in onore di Ivo Andric, lo scrittore premio Nobel nel 1961 che lì ambientò il capolavoro Il ponte sulla Drina, ed è completamente in pietra. Ci sono state polemiche su varie questioni: la provenienza delle pietre utilizzate, il significato politico di un centro così ambizioso in una città quasi “ripulita” dalla comunità islamica, non ultimo la scelta del Teatro La Fenice di Venezia di unire le forze e metter sù la futura produzione di uno spettacolo teatrale ispirato al romanzo di Andric da esibire proprio ad Andricgrad, ma nel frattempo i lavori vanno avanti, i primi cinema sono stati aperti, i caffè sono pieni, la biblioteca comincia a riempirsi di volumi e un festival di letteratura sarà organizzato probabilmente il prossimo settembre. E’ diventato il punto di ritrovo di tanti giovani (e meno giovani) della zona e crea un’idea rapporto con chi si trova dall’altra parte del confine, superando qualsiasi divisione politica. Del resto non è proprio questa una delle funzioni principali della cultura?
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