Storm in a Teacup, lo studio italiano che sogna in grande

Sigfrido Maina Non categorizzato, Senza categoria 0 Comments

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Un popolo di santi, poeti e navigatori. Ma di game developers nemmeno l’ombra, o quasi. Fatte le dovute eccezioni, non è che l’Italia sia esattamente una terra promessa per chi sogna di sviluppare videogames. Ma non per questo i ragazzi di Storm in a Teacup, nuovo team con base a Roma partito ufficialmente qualche giorno fa, si sono fatti scoraggiare: nemmeno il tempo di annunciare il loro arrivo che la prestigiosa rivista di settore Develop li aveva già inclusi nella sua top 100 dedicata agli sviluppatori più promettenti del 2014.

Lo studio nasce sostanzialmente dall’incontro di Alberto Belli, giornalista, PR e manager (attenzione: anche collaboratore di Wired Italia, ma è un’altra storia) con più di dieci anni di esperienza nel settore, e Carlo Bianchi, CG artist da poco tornato in Italia dopo esperienze di tutto rispetto su titoli come Arkham Origins, Crysis 3, Hitman: Absolution e tanti altri. A completare la squadra di lavoro ci sono anche Ivo Caré, production & operations director, e una decina di persone tra game designer, programmatori e artisti, provenienti da Svezia, Gran Bretagna, Slovacchia, Sudafrica e Germania. Un elemento che conferma la vocazione internazionale del team, capace di sfuggire a quel provincialismo tipico delle imprese italiane.

A inizio 2013 sono tornato a Roma dopo tanti anni, per prendermi una pausa e cercare di capire se ci fossero le condizioni per mettere in piedi un’azienda di sviluppo come dicevo io qui in Italia”, racconta Belli, in veste di Executive Director del team. “In estate ho incontrato Carlo, un altro italiano di rientro dopo tante esperienze in giro per l’Europa e ci siamo trovati”. E il nome? “Si tratta di un modo di dire inglese, usato per definire dei problemi per cui non vale la pena preoccuparsi. E noi siamo sereni perché abbiamo le idee chiare e le competenze per realizzarle”.

Parole non casuali, visto che Storm in a Teacup avrebbe già tra le mani un titolo che vedrà la luce sotto l’ala di un publisher a tripla A. Ma allo stato attuale le informazioni sono davvero poche, e per avere qualche news più succulenta bisognerà aspettare la Game Developer Conference di marzo.

E in attesa di svelare la loro prima fatica, i ragazzi del team stanno ultimando Stormville, il loro quartier generale situato all’Eur di Roma. Un luogo di lavoro che rifltetterà pienamente la filosofia dello studio: StormVille è un asset vero e proprio dell’azienda. Il BBQ piuttosto che un cabinato con i vecchi coin-up emulati sono quasi dovuti in un’ambiente come il nostro. Non facciamo consulenza per le banche. Non vendiamo aspirapolveri”, conclude deciso Alberto. “Facciamo videogiochi. In bocca al lupo!

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