Tecnologia, i maggiori flop del 2014 secondo Cnet

Sigfrido Maina Business, Non categorizzato 0 Comments

Il 2014 è stato un anno ricco di progetti fallimentari nel settore tekno. Anche lo Smartwatch italiano è naufragato.

Imwatch

Avrebbe dovuto essere l’anno degli smartwatch, ma gli orologi intelligenti, pensati come regalo di natale ideale, gallegiano in una sorta di limbo, sospesi tra il flop e il successo annunciato che tarda ad arrivare.
Gli smartwatch rientrano a pieno titolo tra i “fallimenti” dell’anno della “speciale” classifica stilata da Cnet, uno dei maggiori siti americani di tecnologia. Il ranking vede protagonisti big dell’high tech come Samsung e Apple. Anche un progetto italiano avrebbe meritato il suo bel posto in classifica: si (doveva) chiamare I’m Watch.
 Il primo smartwatch al mondo avrebbe dovuto essere italiano. Ennio Doris, il patron di Mediolanum, ha finanziato la start up fondata da da Manuel Zanella e Massimiliano Bertolini, ma  il progetto è abortito, troppo forte la concorrenza dei Big tecnologici. Le ambiziose  previsioni di fatturato erano di 12 milioni di euro per il 2012, la società ha invece chiuso il 2013 con 4,2 milioni di ricavi e quasi quattro di perdite. E ad ottobre di quest’anno Doris ha chiso i rubinetti.

E’ il modesto contributo italiano a una classifica che mette assieme flop e gaffe ben più eclatanti. Per esempio le chiatte di Google. Pochi  mesi fa a Treasure Island, nella baia di San Francisco, e poi a Portland si sono visti i Google-barconi che secondo l’azienda dovevano essere vetrine mobili per le nuove tecnologie. Un progetto multi milionario e alquanto bizzarro, affondato dalla normativa anti incendio e per la sicurezza.
La palma del progetto più sfortunato però va sicuramente all’Isis mobile wallet, un sistema di pagamento mobile dal nome uguale a quello dello Stato islamico. In un Paese dove in molti sono conviti che Obama sia musulmano, la società ha ritenuto sconveniente quella omonimia, e ha subito cambiato il nome in SoftCard. Ma dopo il lancio di Apple Pay, il progetto è naufragato.

ChattagoogleBene (quindi male) pure Microsoft che ha lanciato al prezzo di 400 dollari la seconda release del motion-sensor Kinect, una volta indicato come accessorio fondamentale per usare meglio la Xbox. Il problema è che la console è scesa a 350 dollari spesso con qualche gioco in bundle. E la risposta dei consumatori a Kinect è stata, usando un eufemismo, un filino tiepida. In alta classifica anche la società Aereo, che aveva  inventato un  bel business, ma un po’ troppo audace. Si tratta di utilizzare una rete di mini-antenne per captare i segnali televisivi (senza pagare alcuna commissione alle emittenti) e rivendere il tutto agli Aero- abbonati. I big della tv Usa si sono offesi, una corte ha fatto giustizia, ed è finita con il classico Chapter 11, la legge fallimentare.

Anche Uber ha fatto una serie di gaffes, tenendo un comportamento giudicato troppo aggressivo verso la concorrenza. E poi lo studio di Facebook sulla manipolazione delle emozioni di circa settecentomila user, le dichiarazioni di Satya Nadella, nuovo ceo di Microsoft, sulle donne che non dovevano chiedere l’aumento di stipendio e Apple che da un lato ha denunciato qualche problema di sicurezza e dall’altro ha messo in crisi i suoi utenti con il lancio delle versione 8 del sistema operativo.

Meno eclatanti, ma degni di nota, altri flop tecnologici come  ad esempio Tizen, sistema operativo mobile di Intel in collaborazione con Samsung, che doveva già essere pronto per aggredire la fascia alta del mercato degli smartphone. Ancora nulla di fatto. Sembra, pare, si mormora, che uscirà a breve ma per la fascia bassa. Il mercato degli smartphone è senza dubbio molto complicato, lo sa bene Amazon che merita il poco ambito titolo di flop dell’anno con Fire. Lo smartphone che utilizzava una versione differente di Android che non permetteva l’utilizzo di app come Google map o Gmail sta terminando la sua esistenza a pochi mesi dal lancio al prezzo di 0,99 $ (con contratto).

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